Home Page
Vetrina editoriale
Opere pittoriche recenti
materiale editoriale
Venuta a portarci Cristo
Scenette
RECENTE PUBBLICAZIONE EDITORIALE
Torna al sito ufficiale

Guestbook

Contatti
Lotta per il potere
Considerazioni
LOTTA PER IL POTERE

(tratto dal libro “ Dio nel cuore” di Olga Serina)
E’ assolutamente utopico desiderare l’unione e l’armonia tra i popoli se non si desidera cambiare il proprio modo di essere, se non avviene un mutamento di coscienza. Il vero “miracolo” che dovrebbe verificarsi non è in realtà la pace nel mondo, quella sarebbe soltanto una conseguenza, ma della rivoluzione da attuare dentro se stessi. Ogni individuo dovrebbe farsi un’autocritica e cercare di capire i meccanismi che scatenano i conflitti tra gli individui o tra i popoli. Basterebbe semplicemente rispettare i comandamenti delle Sacre Scritture per aderire alla volontà di Dio, quindi rendere la propria anima pura, eliminando gli inquinamenti che Satana, o l’ignoranza, o l’illusione hanno inflitto nell’essere umano. Finché si continua a pretendere di cambiare gli altri e non se stessi, finché predomina l’ipocrisia, la pace non potrà mai regnare. Se esistono le disarmonie non solo all’interno di una coppia, di una famiglia, (addirittura spesso manca la pace interiore dentro di sé) come si può pensare che ci possa essere unione all’interno di un gruppo, di un Paese, di una regione, di uno Stato e, alla fine, di tutto il Mondo? Finché esisterà la lotta per il potere, non ci sarà mai la pace, poiché ciò implica un gioco di forze finalizzate a far primeggiare se stessi, a discapito degli altri. La vera causa di tutti i mali è la mancanza di amore, nella vita di tutti i giorni spesso si riscontra la carenza di semplice rispetto umano. La lotta per il potere avviene su tutti i livelli: livello interpersonale, lotte sociali, razziali, politiche, economiche, religiose. Basti pensare che in una stessa famiglia può mancare la pace e la serenità tra i suoi componenti, perché qualcuno vuole imporre con la prepotenza la propria volontà all’altro per instaurare un rapporto di sottomissione. Anche all’interno di una stessa coppia se non c’è equilibrio, se qualcuno vuole dettare legge e magari l’atro non ha l’indole della vittima, il rapporto è destinato a fallire. Se non esiste un dialogo alla base, basato sul confronto delle rispettive idee, dove entrambi i coniugi tendono verso un punto d’incontro comune, accettandosi l’un l’altro nei diversi modi di essere e di pensare, vi può essere guerra e non pace. Volere il bene dell’altro significa non esercitare il potere su di lui, non ricattarlo, non dimenticare che tutti abbiamo la stessa dignità umana. Se tutti vivessero secondo il principio: “Non fare all’altro ciò che tu non vuoi che gli agli facciano a te”, si vivrebbe in un’oasi di pace. Questa sarebbe la chiave della felicità singola e collettiva. Per arrivare all’ultimo livello, quello mondiale, il cambiamento dovrebbe comunque iniziare da ogni singolo individuo e poi concludersi con la scelta di capi di governo onesti e responsabili. Se in politica tutto sembra andar per il verso sbagliato, è proprio perché a causa della lotta per il potere e non perché un partito politico non abbia giusti valori, o sia meno perfetto di un altro. E’ solo perché ciascuno pensa di soddisfare i propri interessi egoistici o quello di un gruppo ristretto, quindi tralasciando il bene comune. Persino all’interno di una stessa Chiesa può svilupparsi, in alcuni individui che hanno una carica religiosa, il gioco della lotta di potere. A parte ciò, non c’è di peggio che rivestire un ruolo non adeguato alla propria indole, ne’ tanto meno intraprendere una missione troppo grande da sostenere. Non si può fare il passo più lungo della propria gamba. Bisognerebbe fare i conti coi propri limiti, piuttosto che abbracciare scelte molto più impegnative del proprio limite. Se ci fosse nella scelta delle persone più discernimento e più rispetto per l’altro nel mondo ci sarebbe più giustizia e meno sofferenza. Tanti educatori non sono in grado di trasmettere insegnamenti e nobili valori da dare ai giovani perché loro stessi non ne sono in possesso. Per non parlare poi delle assurde lotte religiose che sono davvero micidiali. Il fatto di credere che la propria religione di appartenenza sia superiore alle altre in realtà è un pretesto per trasformare il proprio credo alla stregua di un partito politico da sentirsi “più bravi e più giusti di chiunque altro”, così come un tifoso è davvero convinto che la propria squadra sia migliore delle altre, in definitiva si sfoga la voglia di prevalere sull’altro e così la religione che, dovrebbe servire per migliorare se stessi, diventa un’arma perché crea divisione e rivalità. Tutto ciò non dipende dalla religione di per sé ma dall’essere umano, che ne abusa così come per il vino che, potrebbe far bene alla salute se usato con molta moderazione, (cioè in modo giusto), mentre se ne abusa può portare all’alcolismo, controproducente per sé e per gli altri. Soltanto chi sa rispettare l’altro e soprattutto chi è capace di amare, rimanendo nella propria umiltà, riesce a trasmettere il proprio sapere con garbo e dolcezza e riesce a comunicare la propria spiritualità, piuttosto che sfoggiare la propria “superiorità”. “Chi si umilia sarà innalzato”. Gli Scribi e i Farisei non sono soltanto quelli che hanno vissuto 2000 anni fa, quelli di cui parla il Vangelo; dato che la storia si ripete, pur se cambiano costumi, mode e culture, l’animo umano è il medesimo e le tentazioni di Satana sono proprio le stesse. I superbi e gli ipocriti esistono sempre. Oggi sono camuffati anche sotto le vesti di “saggi”, dotti o eruditi, proprio come lo erano gli Scribi e i Farisei che hanno condannato Dio in persona perché i lori cuori erano aridi. Questi esistono in ogni luogo della terra e in ogni ambiente e sono quelli che seguono la “corrente” del momento storico, sono certamente degli opportunisti, dei conformisti, sono la personificazione dell’ipocrisia. Gesù, invece, era anticonformista, era un rivoluzionario, andava “contro corrente”. Ecco perché era giudicato male dal potere di allora. Gesù lottava contro le ingiustizie e le falsità, schierandosi coi più deboli. Nei nostri tempi segue le orme di Gesù solo chi cerca di andare (costruttivamente) controcorrente, solo chi è coerente con gli insegnanti di Cristo, mettendo in pratica il suo messaggio. Chi accetta compromessi con le forze del male, non possiede i veri valori, ma si piega a Satana. Solo chi non si lascia tentare dal male potrà essere degno di chiamarsi figlio di Dio. Il terzo millennio dovrebbe portare ad una nuova consapevolezza individuale e poi collettiva della necessità della cultura dello Spirito Santo. Nel mondo moderno bisogna cercare di pervenire ad un reciproco rispetto tra le religioni, dove lo scopo non sia più quello di trascinare “fedeli” dalla propria parte, ma dialogare con le altre confessioni per creare una serena convivenza nella diversità. Finché ciascuno ha l’illusione che la propria debba prevalere sulle altre, ci saranno sempre guerre e odio, mentre se si arriva a comprendere che la forza dello Spirito Santo supera e accomuna nello stesso tempo tutte le Religioni, solo in quel caso prevarrà la vera spiritualità che traspira da tutte le Fedi. Ecco il significato profondo del tentare di rappacificare tutte le religione di cui parla il Santo Padre; vuol dire che tutte le religioni dovrebbero convivere accettando le reciproche diversità, ma accomunando i punti che sono comuni a ognuna. Dobbiamo tutti pregare affinché avvenga ciò, sarebbe il vero “miracolo” che tutti gli individui dovrebbero desiderare; la pienezza dello Spirito Santo che dovremmo invocare tutti i giorni e che un giorno farà conoscere a tutti i popoli della terra la vera via della Salvezza. Preghiamo lo Spirito Santo che scenda su di noi, sul mondo, arricchendo lo spirito dell’individuo e rendendolo puro così come Dio l’ ha fatto. Attualmente è Satana che regna sulla terra, trascinando gli esseri umani nel peccato e nella menzogna. Persino Gesù fu sfidato dal male, ma lui non si arrese. Dovremmo imitare Gesù Cristo, nostro Maestro e nostro Signore. Se abbiamo Fede, mettiamola in pratica. Dimostriamo di saper obbedire solo alle forze del bene, alle forze di Dio. La debolezza umana consiste nel cedere alle provocazioni del male, mentre la sua forza sta nell’aderire alla volontà di Dio. Seguire Dio non è altro che seguire il bene di ciascuno di noi, non quello immediato e fuggevole, ma quello per cui siamo stati chiamati (Lui ci ama). Seguire il male, pur se in apparenza è allettante, non è altro che un inganno per noi stessi e per l’umanità. SPIRITO SANTO, TU SEI IL PRINCIPE DELLA VITA!
Lotta per il potere  
© 2001 tutti il materiale presente in questo sito è proprietà dell'autore è vietata la riproduzione senza autorizzazione